Introduzione

Per sviluppare samatha, Buddha ci ha insegnato 40 oggetti di meditazione (kammaṭṭhāna) diversi. Certuni permettono lo sviluppo di tutti gli jhāna (4 materiali + 4 immateriali = 8); altri, soltanto i primi 3; altri, ancora, unicamente la concentrazione di accesso (upacāra samādhi), che precede il 1° jhāna e che costituisce il minimo necessario per il raggiungimento della giusta concentrazione (sammā samādhi).

Lo sviluppo di almeno uno di questi oggetti di meditazione resta, dunque, assolutamente indispensabile, per progredire con successo sulla via della Liberazione, ed anche per essere in grado di sviluppare quel che Buddha chiamava vipassanā, la visione diretta della realtà.I grandi rinuncianti, che raggiungono la piena Realizzazione, dopo avere ascoltato un breve insegnamento di Buddha, che era da loro incontrato per la prima volta, avevano già acquisito gli jhāna. Ciò, grazie a samatha, che essi praticavano da lungo tempo e che, al contrario di vipassanā, era ben conosciuto prima di Buddha.

Tutti gli oggetti di meditazione samatha sono dei concetti, salvo uno: l'oggetto dei 4 elementi, tramite il quale lo spirito si fissa sulla realtà.

Perchè mai Buddha ha insegnato tutti questi oggetti, ognuno dei quali permette di accedere a vipassanā, senza che sia necessario l'aiuto degli altri? Come per il temperamento e le capacità, le abilità e le affinità per un oggetto, o per un altro, differiscono fortemente da individuo a individuo. Inoltre, anche con una pratica occasionale per la maggioranza di essi, questi 40 kammaṭṭhāna apportano numerosi benefici. Per esempio, asubha dona una profonda presa di coscienza del carattere ripugnante del corpo, che protegge dal desiderio carnale; oppure, mettā, il più potente degli antidoti contro la collera e l'insoddisfazione, che risparmia ogni conflitto.

Lista dei 40 kammaṭṭhāna

Ecco la lista dei 40 oggetti di meditazione samatha, classificati in 7 categorie.

• I 10 kasiṇa (globalità)
  1. pathavī (terra)
  2. āpo (acqua)
  3. tejo (fuoco)
  4. vāyo (vento)
  5. nīla (bruno)
  6. pīta (dorato)
  7. lohita (rosso)
  8. odāta (bianco)
  9. ākāsa (cielo)
  10. āloka (luce)
• I 10 asubha (contemplazione sull'aspetto sgradevole del corpo)
  1. uddhumātaka (cadavere gonfiato)
  2. vinīlaka (cadavere brunastro, o violaceo, a causa della putrefazione)
  3. vipubbaka (cadavere purulento)
  4. vicchiddaka (cadavere separato in due parti)
  5. vikkhāyitaka (cadavere roso da animali)
  6. vikkhattaka (parti disperse di un cadavere)
  7. hatavikkhittaka (parti tagliate con il coltello di un cadavere)
  8. lohitaka (cadavere con sangue che cola)
  9. puḷuvaka (cadavere pieno di vermi)
  10. aṭṭhika (scheletro di un cadavere)
• I 10 anussati (considerazioni attente)
  1. buddhānussati (considerazione attenta sulle qualità di Buddha)
  2. dhammānussati (considerazione attenta sulle qualità del Dhamma)
  3. saṃghānussati (considerazione attenta sulle qualità del Sangha)
  4. silānussati (considerazione attenta sulle qualità della virtù)
  5. cāgānussati (considerazione attenta sulle qualità dell'atto di dare)
  6. devabhānussati (considerazione attenta sulle qualità da sviluppare per rinascere come deva)
  7. upasamānussati (considerazione attenta sulle qualità supreme del Nibbāna)
  8. maraṇānussati (considerazione attenta sul carattere inevitable della morte)
  9. kāyagatānussati (contemplazione sulle 32 parti del corpo)
  10. ānāpānānussati (contemplazione sull'aria che esce e che entra – la respirazione)
• I 4 brahmā vihāra (dimore divine, nobili stati dell'essere)
  1. mettā (benevolenza)
  2. karuṇā (compassione)
  3. muditā (gioia altruista)
  4. upekkhā (equanimità)
• I 4 arūpa (immateriali)
  1. ākāsanañcāyatana (dominio dello spazio infinito)
  2. viññāṅañcāyatana (dominio della coscienza infinita)
  3. ākiñcāyatana (dominio del nulla)
  4. nevasaññānasaññāyatana (dominio senza percezione, nè assenza di percezione)
• āhāre paṭikūla (aspetto ripugnante del cibo)
• catu dhatu vavatthana (quattro elementi)